Il blog di DiRete
La consumerization
Oggi parliamo di parolacce complicate. Verrebbe voglia di chiamarlo “consumerizzazione” come spesso si fa adattando un termine inglese ai nostri suoni ma non mi piace come traduzione. Parole brutte a parte, il concetto è intrigante a mio avviso.
Il fenomeno è questo: le aziende faticano a tenere il passo con le nuove tecnologie mentre i dipendenti le introducono in ufficio perché le stanno già utilizzando per conto loro a casa.
Un prodotto o un servizio pensato per l’uso privato (consumer, appunto) si rivela utile in azienda: pensiamo a Skype, ad uno smartphone quando l’azienda passa (forse) un telefonino. Pensiamo a Gmail quando l’azienda fatica a gestire Outlook Express e magari non dà la mail a tutti “perché non serve”.
D’altro canto è molto facile introdurre una tecnologia utile in modo inadeguato con i conseguenti rischi di sicurezza o di perdita di produttività.
Fermarsi e non introdurre strumenti ormai per percepiti come necessari rischia di demotivare il personale e di far perdere occasioni importanti.
Qual è la soluzione? Vi siete mai trovati in questa situazione?
Vi lascio con un articolo che propone un approccio estremamente “libertario”.